Uno degli aspetti per me più affascinanti del lavoro è il rapporto quasi quotidiano con gli Artigiani.

L’artigiano è colui che, nel quotidiano, partecipa insieme a te nel lavoro, apparentemente più umile ma in realtà basilare, di recupero e valorizzazione dell’opera.

Come Storica dell’arte mi è sempre un po’ mancato l’aspetto del lavoro manuale, ho sempre concentrato il mio impegno sullo studio, l’approfondimento, l’analisi, la speculazione intellettuale, la ricerca, la scrittura.

Ora, grazie agli artigiani, sto approfondendo innumerevoli aspetti relativi anche alla consistenza materiale dell’opera e dei suoi annessi e ogni giorno “ancora imparo”, secondo una massima Stoica impiegata anche nel Seicento (per esempio da Salvator Rosa!). Questo esercizio mi stimola anche ad esercitare il mio gusto su elementi apparentemente secondari, che si rivelano fondamentali nel percorso di messa in valore dell’opera d’arte: la scelta di una determinata tipologia di cornice, di un certo intervento di restauro, persino di un passepartout per un disegno, di una base o un’altra per una scultura possono infatti davvero condizionare il nostro modo di leggere, apprezzare e interpretare un’opera d’arte e anche questo tipo di connoisseurship si rivela cruciale nell’esercizio della personalità dell’antiquario. Insomma, sono percorsi che rendono la nostra conoscenza di una certa epoca più capillare, che estendono il nostro orizzonte culturale, proprio perché per scegliere dobbiamo prima di tutto conoscere e poi decidere!

Per questo sono alla perenne ricerca della scelta e della soluzione più armonica, sono obbligata a non accontentarmi, a perseguire una ricerca spasmodica di perfezione o comunque di equilibrio. La ricerca della miglior resa estetica, che sia anche filologicamente e qualitativamente valutata, contraddistingue la mia filosofia professionale e per questo, talvolta, torturo anche me stessa perché non è facile selezionare le persone che sono in grado d’interpretare la tua ricerca e poi anche di realizzarla! Spesso, anzi, sono io la prima a non essere soddisfatta di una determinata soluzione o della realizzazione di un qualche dettaglio, e quindi mando tutto all’aria e ricomincio da capo! Sono infatti perfettamente convinta che un’opera o un oggetto sublime, equilibrato, armonico possano offrire qualità al nostro quotidiano, ed è questa qualità ed equilibrio che chi compra Arte va ricercando.

Il rapporto quotidiano con restauratori, intagliatori, corniciai, indoratori soprattutto, ma anche con ottonari, argentieri, fabbri, tappezzieri, falegnami, corari, posso dire che mi abbia arricchito molto negil’ultimi anni come persona e mi abbia insegnato moltissimo come antiquaria!

E ancora una volta mi spinge a ringraziare per essere nata in queste strade dove, nonostante il turismo e sicuramente enormi difficoltà legate all’avanzare della modernità, il sapere artigiano sviluppatosi nei secoli al pari dell’arte si mantiene ancora vivo e presente.

E’ quindi anche lo scambio e l’acquisizione di questo sapere che arricchisce la mia vita e il mio lavoro. E fa di Via Monserrato e del suo rione, ovvero del Centro Storico di Roma, un mio personale “Khan al-Kalili”, dove gli stessi personaggi con le loro manie, ricchezze ed attitudini, personalità e fissazioni s’incontrano nel quotidiano sul grande palcoscenico della vita rappresentato per noi da queste strade e da queste piazze , proprio come nei romanzi di Nagib Mahfuz.