Una delle fasi principali del mio lavoro di Gallerista, oltre che di Storica dell’Arte, è il confronto e il dialogo continuo con il restauratore.

Il mio lavoro consiste infatti nel selezionare opere spesso non toccate da secoli (o comunque da molti decenni!) e quindi cercare di coglierne la qualità sotto strati di sporco e spesso anche di vecchie ridipinture che coprono e inquinano la materia della pittura originale.

La ricerca essenziale che perseguo nel quotidiano, la missione che mi sono data, è quella della qualità e per leggere la qualità di un dipinto sotto strati e strati di sporcizia e vernici ingiallite e ossidate bisogna davvero avere parecchio esercizio, occhio sensibile e perspicacia.

In questo Blog vorrei mostrare due esempi di come la semplice pulitura di un’opera possa svelarcela letteralmente, ossia toglierle di sopra quel velo che la ottunde o non ci consente di apprezzarne appieno la qualità.

Inserirò dunque una galleria con alcune immagini di due dipinti acquistati negli ultimi mesi: L’Autoritratto di Paolo Guidotti Borghese, circa 1615-1620 e un bellissimo Paesaggio con la Vocazione di Pietro di Agostino Tassi del 1630 circa per evidenziare questo aspetto.

Il restauratore in entrambi i casi ha essenzialmente rimosso la sporcizia, liberando l’opera originale. Naturalmente in determinati casi sono state necessarie anche alcune integrazioni laddove la pittura originale si sia perduta o assottigliata, sia per “migrazione” dei pigmenti sia per vecchi interventi di pulitura troppo forzati che spesso grattavano via la materia originale. Essenzialmente però cerco di far intervenire il ritocco il meno possibile e solo per “ricucire” immagini abrase o svelate., col fine di mettere in rilievo le qualità originali dell’opera. Si tratta insomma d’interventi che chiamiamo conservativi, proprio perchè volti a conservare l’opera, valorizzarla al meglio, ma essendo il meno intrusivi possibile sulla materia originale. Se un dipinto si trova in condizioni di conservazione precarie tendo a non comprarlo, cercando di presentare ai collezionisti solo dipinti e opere in buono stato.

Il rapporto con il restauratore è dunque cruciale e necessita di grande sintonia e fiducia da parte del Gallerista e dello Storico dell’Arte poiché è lui (o lei, come spesso avviene nel mio caso!) che ha il compito ti ridonare leggibilità e valorizzare al meglio le tele che saranno poi esposte in Galleria, come nelle Fiere e nelle Mostre internazionali. Attraverso il processo del restauro ho anche la possibilità di apprendere molto ed il restauratore è la persona che mi guida in questo percorso per me affascinantissimo!